Giovedì, 21 Novembre 2024

L’Asia Centrale nella ridefinizione degli equilibri mondiali

di Alberto Cossu

L’Asia centrale è il focus principale del primo numero della rivista Geopolitica del 2023 (Geopolitica Vol. XII, n. 1/2023, ISSN 2009-9193, Callive, Roma). Presenta in copertina la maestosa cupola della Moschea Bibi-Khanym di Samarcanda che aiuta il lettore ad immergersi nell’atmosfera culturale di questa parte di mondo dove le diversità etniche, linguistiche, culturali trovano sintesi nelle imponenti architetture islamiche e ne esprimono anche l’identità geopolitica come terre di mezzo tra Occidente e Oriente distribuite lungo l’antica Via della Seta.

La Moschea evoca l’impero di Tamerlano, il condottiero mongolo che tra il 1370 e il 1405 conquistò larga parte dell’Asia centrale e occidentale, fondando l’impero Timuride e imprimendo in queste terre un’impronta indelebile. I suoi discendenti, andando oltre il perimetro dell’Asia centrale, fonderanno nel 1500 l’impero Moghul in India la cui economia fu una delle più ricche al mondo rappresentando all’epoca un quarto del PIL globale. È su questa grande passato che i paesi dell’Asia centrale cercano di costruire il loro presente e futuro che la rivista Geopolitica tenta, con l’ausilio di numerosi autori, di ricostruire.

L’Asia centrale è una regione vasta e complessa che si estende dal Caspio alla Cina occidentale e dall’Afghanistan alla Siberia. Comprende circa 4 milioni di km2 e cinque stati: Kazakistan, Uzbekistan, Kirgikistan, Tajikistan, Turkmenistan. Conta una popolazione complessiva di 72 milioni di persone. Il Kazakistan è il paese principale per dimensioni territoriali e importanza economica; infatti, è quello che ha il prodotto interno lordo e pro capite maggiori. L’articolo curato da Fabrizio Vielmini “Trent’anni di diplomazia in Kazakistan” evidenzia in particolare il contributo di questo paese allo sviluppo di una diplomazia evoluta, formata in un arco temporale relativamente breve, che è riuscita a realizzare politiche multi-vettoriali che hanno permesso a quest’area di contenere le diverse tensioni geopolitiche.

L’Asia centrale è una regione strategica che ha attirato l’attenzione delle grandi potenze nel corso della Storia, ed è rimasta al centro dei giochi geopolitici anche ai giorni nostri come viene descritto nell’articolo “Battaglia nel cuore del mondo” (Manfredi Orlando, Emanuel Pietrobon) e nel “La trappola di Kipling. Il destino dell’Occidente e il ritorno del grande Gioco” (Giuseppe Romeo).

L’Asia centrale è stata al centro delle rotte commerciali tra l’Europa e l’Asia per secoli, e ha ospitato alcuni dei più grandi imperi del mondo, tra cui l’Impero mongolo e l’Impero Timuride. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica nel 1991, la regione ha guadagnato l’indipendenza e ha cercato di definire il suo ruolo nella nuova situazione geopolitica.

Attualmente, l’Asia centrale è di grande interesse per le grandi potenze come Russia, Cina, Stati Uniti, Unione Europea, India, Iran e Turchia. La regione è ricca di risorse naturali, tra cui petrolio, gas, uranio, oro e metalli preziosi, e costituisce un bacino agricolo di notevole importanza per la produzione di grano e cotone.

I paesi che la costituiscono stanno cercando di sviluppare le loro economie attirando investimenti stranieri e proponendosi come fornitori di materie prime non solo petrolio e gas ma anche diamanti, oro, uranio e terre rare ma soprattutto luogo di infrastrutture logistiche strategiche a livello globale, come si ricava dalla lettura dell’articolo “La nuova connettività dell’Asia centrale nel contesto della trasformazione, dei cambiamenti geopolitici e delle sfide” (Nazhen Sarsembekov).

Insomma, in Asia Centrale ci sono molte materie prime che sono necessarie ai paesi occidentali ed anche facilmente accessibili come viene evidenziato nell’articolo di Martino Castellani “Trade and Investment in Central Asia”. Ma questi paesi costituiscono anche un mercato ricco di potenzialità per i prodotti occidentali in particolare italiani e di occasioni di investimento profittevoli.

La Russia è storicamente stata la potenza dominante in questa estesa parte del continente asiatico, ma negli ultimi decenni la Cina ha guadagnato una maggiore influenza nella regione attraverso il progetto strategico della Nuova Via della Seta. Questa iniziativa, come noto, mira a creare una rete di infrastrutture di trasporto e commercio che colleghi l’Asia orientale all’Europa, passando per l’Asia centrale. L’ articolo a cura di Domenico Salerno e Dina Horwedel “The world has the opportunity to forge a New Silk Route. Will it succeed?” sviluppa un’analisi critica del progetto strategico cinese.

Gli Stati Uniti e l’Unione europea stanno cercando di aumentare la loro presenza in Asia centrale, ma la loro influenza è stata limitata dalle relazioni conflittuali con la Russia e le scarse risorse disponibili per investimenti significativi nella regione. L’articolo di Federico Porto “Le relazioni politiche dell’Unione Europea con i cinque paesi dell’Asia centrale: sfide e opportunità” offre un quadro efficace in merito.

Ultimamente gli Usa con l’iniziativa C5+1 hanno rilanciato le relazioni con questa area. In merito alla strategicità dell’Heartland per gli USA si possono raccogliere interessanti spunti di riflessione nell’articolo “America confronting Eurasia” del professor Phil Kelly dell’Emporia State University.

La Russia ha annunciato recentemente l’apertura di basi militari e lo sviluppo di infrastrutture militari in Kirgikistan. L’accordo è stato raggiunto in occasione delle celebrazioni relative al giorno della vittoria in cui i principali leader dei Paesi del Centro Asia sono convenuti a Mosca, quasi a ribadire che la Federazione ha un’attenzione particolare verso questa area che ritiene strategica per la propria sicurezza nazionale.

Dal canto suo, la Cina ha convocato un summit a maggio 2023 a dimostrazione che intende consolidare la strategia per rafforzare i rapporti con i paesi centroasiatici in modo particolare nel settore della logistica senza entrare in conflitto con il ruolo giocato dalla Federazione Russa garante della sicurezza di questa area del mondo.

Infine, l’India punta a consolidare le relazioni con questi paesi anche nella prospettiva di incrementare i rapporti commerciali con la Federazione Russa potendo contare su un passato importante che lega il Sub-continente indiano a questi luoghi. L’Europa sviluppa rapporti di cooperazione scientifica e tecnologica di cui l’articolo del ricercatore kazako BerikMirmanov “Scientific and technological cooperation within frame work of Eurasian Economic Union: development and challanges” offre un quadro dettagliato.

Alcuni dei principali problemi che la regione sta affrontando includono la lotta contro il terrorismo e l’estremismo violento, la gestione delle tensioni etniche e religiose, la riduzione della povertà e della disoccupazione, la promozione della democrazia e dei diritti umani, la gestione delle tensioni tra le potenze regionali, lo sviluppo ambientale e la gestione delle risorse idriche. Su queste due ultime tematiche si sofferma Virginia Morena Gatto co l’articolo “La delicata questione delle risorse idriche in Asia centrale” mettendo in evidenza come la questione idrica sia cruciale per lo sviluppo economico di tutta la regione.

In sintesi, l’Asia centrale rimane una regione strategica di grande importanza per le grandi potenze del mondo, e il suo ruolo nella geopolitica globale è destinato a crescere nei prossimi decenni. La regione continuerà a dover affrontare sfide significative, ma ha anche grandi opportunità per lo sviluppo economico e la crescita.

Il volume Asia centrale ha il merito di offrire un panorama ampio dei cambiamenti in atto in questa regione del globo terrestre che ruotano intorno alla centralità geografica che in qualche modo costituisce un destino che si ripete, risvegliando, se mai è tramontato, l’interesse delle grandi potenze che si contendono il suo futuro perché ambiscono a costruirsene uno sicuro per loro, attingendo a risorse strategiche e sfruttando la geografia che offre indubbi vantaggi come ponte tra due mondi, tra Occidente e Oriente.

fonte analisidifesa.it

PER COLLABORAZIONI ED INFO

info@bulgariaoggi.net
redazione@bulgariaoggi.net