Molti cittadini del Tagikistan che lavorano in Russia hanno intenzione di rientrare nel loro Paese nel timore di ripercussioni dopo l’arresto di quattro tagichi per l’attacco terroristico dello scorso 22 marzo al Crocus City Hall di Mosca, nel quale hanno perso la vita 144 persone. Lo ha detto all’agenzia di stampa russa “Tass” la viceministra del Lavoro, delle Migrazioni e dell’Impiego di Dushanbe, Shakhnoza Nodiri.
“Abbiamo ricevuto molte chiamate. Nella maggior parte dei casi non si tratta di denunce di aggressioni, ma di cittadini che hanno paura. Molti vogliono lasciare la Russia. Stiamo monitorando la situazione, ci sono più persone che tornano (in Tagikistan) rispetto a quelle che partono”, ha spiegato la funzionaria. In settimana le autorità hanno arrestato nove persone sospettate di essere collegate agli attentatori di Mosca e allo Stato islamico del Khorasan, il gruppo jihadista che ha rivendicato l’azione. Il ministero tagico si aspetta, in ogni caso, che l’ondata di rientro di migranti dalla Russia sia solo temporanea. Il Paese è uno dei più poveri dell’Asia centrale e nel 2023 sono stati 652 mila i tagichi che hanno lasciato il Paese per lavoro, su una popolazione di meno di 10 milioni di abitanti.
fonte novanews