Imponendo una lista “infinita” di sanzioni e restrizioni alle compagnie della Cina, gli Stati Uniti non stanno “riducendo” i rischi, ma li stanno aumentando. Lo ha affermato il presidente cinese Xi Jinping all’omologo degli Stati Uniti, Joe Biden, nella conversazione telefonica avuta dai due oggi, 2 aprile, secondo il resoconto fornito dall’agenzia di stampa statale di Pechino, “Xinhua”. Quest’ultima precisa che il colloquio è avvenuto su richiesta della controparte Usa, e che i due leader hanno avuto uno scambio di idee “franco e approfondito” sulle relazioni bilaterali e sulle questioni di comune interesse. Xi ha osservato come negli ultimi mesi i due governi abbiano “coscienziosamente” applicato le intese raggiunge in occasione dell’ultimo incontro tra i due presidenti, a San Francisco nel novembre scorso, e come le relazioni bilaterali si siano “stabilizzate”.
Dall’altra parte, ha tuttavia sottolineato, “sono aumentati i fattori negativi” nei rapporti tra le due superpotenze. Secondo Xi, Stati Uniti e Cina “non possono vivere senza avere scambi” e dovrebbero “rispettarsi, coesistere pacificamente e cooperare per risultati di mutuo beneficio”, muoversi su un percorso “stabile, salutare e sostenibile”, “non tornare indietro”.
Perché questo accada, ha tuttavia sottolineato, vi sono delle “linee rosse” da non superare. La prima tra queste è Taiwan. “Non lasceremo che le attività separatiste, le connivenze straniere e il sostegno alle forze indipendentiste passino indisturbate. Speriamo che gli Stati Uniti diano concreta attuazione alle positive parole del presidente, che ha promesso di non sostenere l’indipendenza di Taiwan”, si legge nel resoconto del discorso di Xi. Il presidente cinese si è poi soffermato sulla “infinita serie di misure per opprimere l’economia, il commercio, la scienza e la tecnologia della Cina” e sulla “lista di sanzioni contro le compagnie cinesi che diventa sempre più lunga”. “Questa – ha evidenziato – non è riduzione, ma creazione di rischio. Se gli Stati Uniti desiderano portare avanti una cooperazione di mutuo beneficio e condividere i dividendi dello sviluppo della Cina, la nostra porta sarà sempre aperta. Se gli Stati Uniti insistono nel sopprimere lo sviluppo tecnologico della Cina e nel privare Pechino del suo legittimo diritto allo sviluppo, non ce ne staremo a guardare”, ha avvertito Xi, ribadendo anche la posizione del Partito comunista sulle questioni legate a Hong Kong, ai diritti umani, al Mar Cinese Meridionale.
I due leader si sono confrontati anche sulla crisi in Ucraina e sulla situazione nella Penisola coreana, concordando di mantenere aperte le linee di comunicazione e di continuare ad attuare la cosiddetta “visione di San Francisco”, con la promozione di meccanismi di consultazione in campo militare, diplomatico, economico, finanziario e commerciale. Spazio, inoltre, alla cooperazione nei settori del contrasto al narcotraffico, dell’intelligenza artificiale e della lotta al cambiamento climatico. Biden, sempre stando a “Xinhua”, ha ribadito da parte sua che Washington non intende entrare in nuova “nuova Guerra fredda”, né di cambiare il sistema politico cinese o di formare reti di alleanze contro Pechino. Ha confermato il rispetto della “politica della Cina unica” e respinto l’idea di una rottura delle relazioni economiche. I due presidenti hanno infine concordato di organizzare visite a Pechino nel prossimo futuro per la segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen, e per il segretario di Stato Antony Blinken, con l’obiettivo di “rafforzare il dialogo e la comunicazione, di evitare gli errori di calcolo, di far progredire la cooperazione e di promuovere lo sviluppo stabile delle relazioni bilaterali, rispondendo congiuntamente alle sfide globali”.
fonte novanews