Domenica, 08 Settembre 2024

Luben Dilov junior portavoce del CDB

emerso dopo le elezioni europee l’anno scorso. In effetti, questa coalizione si è formata attorno al noto ex giornalista Nikolay Barekov sotto il nome “Bulgaria senza censura”. Il leader della formazione è diventato europarlamentare ma nell’autunno del 2014 ha litigato con i suoi alleati e tutto il gruppo parlamentare l’ha abbandonato ribattezzandosi come “Centro democratico bulgaro”. Il portavoce, Luben Dilov – junior è un noto giornalista, scrittore e sceneggiatore in Bulgaria. Per lunghi anni è stato caporedattore dell’edizione bulgara dell’Europeo. Fondatore del movimento “Gherghiovden”.

Iniziamo con una breve presentazione del Centro democratico bulgaro. Che tipo di formazione è, di che orientamento, quando è nata?

Come si vede dal nome, è una formazione del centro che cerca di rappresentare vari strati della società bulgara. In essa ci sono degli intellettuali e persone dall’ambito dell’istruzione (il movimento Gergiovden, Giornata di San Giorgio), agricoltori con storia politica di più di 115 anni (Unione popolare agricola), persone impegnate nel settore energetico, una delle industrie principali in Bulgaria (il partito “Leader”). Nella nostra coalizione sono presenti anche due delle principali formazioni legate al periodo della transizione democratica dopo la caduta del comunismo, l’Unione democratica bulgara “Radicali”, creata da Evgheni Bakardjiev e l’Unione dei democrati liberi dell’ex sindaco di Sofia, eletto tre mandati, Stefan Sofyanski.

 

I vostri 14 parlamentari sono entrati nel parlamento sotto il nome Bulgaria senza censura. Dalle elezioni di ottobre fino ad oggi avete subito diversi cambiamenti. Che cosa è successo in breve?

In realtà si tratta di un processo al quale ha contribuito molto quello che succede in Europa. La crescente popolarità dei partiti populisti, l’Italia non è stata un’eccezione in questo processo, ci ha spinti a fare una resistenza seria, creando un movimento popolare diverso, meno ideologico ma non populista. Più pragmatico. Dobbiamo ammetterlo – durante la campagna elettorale anche noi siamo stati vittima del populismo, ma almeno abbiamo trovato la forza di rompere con esso. Ora il nostro percorso è chiaro – ci saranno le elezioni comunali e dopo, il voto per il presidente della Repubblica. Noi parteciperemo come Centro democratico bulgaro, attireremo nuovi simpatizzanti, soprattutto dalle associazioni cittadine e cercheremo veramente di fare un partito popolare di tipo nuovo.

                   

Quali sono le vostre priorità in questo parlamento? All’inizio dell’anno il vicepresidente del Centro democratico bulgaro Krassimira Kovachka ha affermato che “nei primi mesi di questa legislatura ci siamo convinti che governa una coalizione che troppo spesso sacrifica la sua prontezza di riforme in nome della propria sopravvivenza. Noi però, vediamo anche la possibilità di maggioranze dinamiche in questo Parlamento in vista di importanti cambiamenti legislativi. In quali settori avreste appoggiato la maggioranza e in quali decisioni sareste di opposizione?

 

Se volessimo usare, in questo caso, una perifrasi di Oscar Wilde, il nuovo governo bulgaro è stato creato “in un accesso di rabbia, durante una tempesta”. E’ evidente che in esso non ci sono dei partner ma piuttosto dei complici. Formazioni troppo diverse: patriottico – populiste, di sinistra, il maggior partito, membro del PPE. Mi è difficile farne un paragone, in Bulgaria c’è un piatto che si chiama “mish – mash”. Sicuramente c’è un analogo italiano o almeno siciliano. Metti in padella tutto quello che trovi, lo mescoli con delle uova ed è fatto. Nel 43° parlamento siamo di opposizione ma subito dopo le elezioni avevamo invitato GERB, il partito che ha ottenuto la maggiore fiducia, di fare un governo della minoranza. Eravamo disposti ad assicurare loro almeno 300 giorni di tranquillità e appoggio per le riforme necessarie. Purtroppo loro hanno scelto diversamente… In effetti, vediamo la possibilità di maggioranze dinamiche, per quanto riguarda la riforma nella giustizia e nell’istruzione. Ma abbiamo anche molte divergenze. Se volete anche estetiche. Con la maggior parte dei governanti non stiamo bene insieme in una fotografia…

 

Molti italiani, sia imprenditori che pensionati, sono interessati alla Bulgaria per il buono standard di vita e per i prezzi bassi. Lei come valuta questo?

E’ vero, la Bulgaria è un buon posto per fare affari, tasse molto basse e manodopera ben qualificata a un costo ragionevole. Se non rendete conto del sistema giudiziario lento e non molto onesto, cosa ben nota anche agli italiani, vi sentirete benissimo. Ho degli amici qui, degli imprenditori italiani che veramente si trovano più che bene… Per quanto riguarda la vita da pensionati – abbiamo una natura molto simile all’Italia: il mare, le montagne alpine, i vigneti… Posti ancora vergini dove la gente vive con la calma e il comfort del 19.mo secolo. Ma il selvaggio porta anche il suo esotismo – strade peggiori, servizi difficili, scippi da parte dei rom. Molte famiglie di pensionati inglesi si sono trasferiti in paesi bulgari e si trovano bene. Ci sono anche giapponesi – in Stara planina. E lo yogurt bulgaro e i centinaia tipi di grappa sono veramente una cosa che potrebbe garantire un’ottima vecchiaia…

 

Gli italiani e gli stranieri, in genere chiedono più sicurezza, uno Stato più ordinato, dove non corri il rischio di rubarti la macchina o di scoprire che sei rimasto senza telefono fisso perché qualcuno ha tolto i cavi nel paese. Che cosa risponderebbe loro?

E’ vero. Ma queste cose richiedono anche troppa urbanizzazione dalla quale gli europei contemporanei vogliono scappare. Assolutamente la Bulgaria non è più insicura dall’Italia. Il suo relativo ritardo in alcuni ambiti è un vantaggio. Non so se siete informati, ma negli ultimi dieci anni abbiamo aumentato la nostra superficie verde più di due volte rispetto al 1989… Abbiamo una natura unica e allo stesso tempo una delle migliori coperture di Wi-Fi libero in Europa. Cioè se il vostro cellulare è carico, non sarete abbandonati neanche nei posti più selvaggi in Strandja o nei Rodopi. E nessuno ruba le macchine da tanto tempo. Gli assicuratori mafiosi dal passato recente avevano reso questo sport veramente pericoloso per la vita. Certamente, se vi fate vedere con un “Lamborghini” in qualche paesino, potreste tentare i locali furbacchioni.

 

La Bulgaria e l’Italia si assomigliano in molti ambiti: mentalità, modo di fare politica, mancanza di trasparenza, tutto succede tramite amici e conoscenti. Di recente l’azienda italiana Devnya cement è stata nominata investitore dell’anno 2014. Che cosa possiamo imparare dagli italiani e in quali ambiti possiamo collaborare di più?

 

Ci capiamo benissimo. E’ un dato di fatto. Io, da diver appassionato, sono un ospite molto frequente del golfo di Napoli e lì mi sento benissimo, come se fossi a Sozopol. Anche a noi, bulgari, se ci leghi le mani, diventiamo muti… Anche noi siamo padroni del “dolce far niente” e adoriamo le lunghe chiacchierate vuote al bar prima di iniziare a lavorare. Credo che da tutta l’Europa qui troverete l’espresso che assomiglia di più a quell’italiano… Sicuramente però dagli italiani possiamo prendere il buon gusto, l’estetica e la loro gioia della vita. I lunghi anni del dominio ottomano ci hanno fatto un po’ introversi. Di recente rileggevo Dino Buzzati e mi meravigliavo quanto bulgari suonano la metà dei suoi racconti… Nell’imprenditoria possiamo collaborare di più nell’ambito dell’industria leggera – tessile, moda e design. Abbiamo gusti molto simili e abbiamo di che far meravigliare il mondo. Credo che ora sia il momento per gli imprenditori italiani pensare seriamente su un investimento nelle ferrovie bulgare. Per la situazione geopolitica e i cambiamenti in Grecia e in Turchia, questo trasporto diventa sempre più importante e sarà redditizio, se sarà preso dalle mani dello Stato. Anche nell’energia ci sono ottime possibilità, soprattutto con le nuove idee do sviluppo della Bulgaria come principale hub del gas per l’Europa Sudorientale. 

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