Domenica, 08 Settembre 2024

Borislav Borissov vicepresidente di ABV

ex capo del Partito socialista e costituito da persone che vi aderivano e da personalità vicine al leader Parvanov. ABV è nato come risposta alla crisi in corso nel Partito socialista. Borislav Borisov è vicepresidente del partito, professore universitario di economia. E’ stato due mandati rettore dell’Università di economia nazionale e mondiale di Sofia, presidente del Consiglio dei rettori e consigliere del Presidente della Repubblica Parvanov dal 2007 al 2012.

Iniziamo con una breve presentazione di ABV. Che tipo di formazione è, di che orientamento, quando è nata?

Inizialmente siamo nati come un’associazione cittadina, sorta alla fine del 2010, e dopo si è capito che in questo modo non avremmo potuto partecipare alle elezioni legislative. Allora abbiamo registrato il partito politico ABV – che significa “alternativa per un rinascimento bulgaro”. Ci siamo presentati alle elezioni parlamentari per la prima volta e abbiamo superato lo sbarramento del 4%. Siamo entrati nel parlamento con 11 deputati, siamo pochi ma abbastanza rappresentativi. Tra di noi sono l’ex Capo di Stato maggiore dell’Esercito, l’ex vicepremier, responsabile per l’economia e l’energia, rettori di università, docenti universitari, rappresentanti delle autorità locali. Presidente del partito è Georgi Parvanov, presidente della Repubblica due mandati, dal 2002 al 2012. Come orientamento politico, direi che siamo piuttosto un partito di centrosinistra. Riguardo alla politica sociale abbiamo delle idee socialiste, ma per l’economia seguiamo anche linee liberali. I nostri destinatari non sono solo i lavoratori ma anche gli intellettuali, i piccoli imprenditori e i liberi professionisti.

Quali sono le principali priorità di ABV?

Certamente la nostra priorità principale è la politica sociale, ma per attuarla prima bisogna creare dei posti di lavoro, delle condizioni per lo sviluppo dell’economia. Vogliamo anche una vita dignitosa per gli anziani e una degna retribuzione. L’altra priorità principale del nostro partito è la lotta alla crisi demografica che in Bulgaria è molto grande. Vogliamo sostenere le famiglie giovani con figli. Abbiamo una crescita negativa e secondo le previsioni con questi tempi, dopo 40 anni la nazione bulgara potrebbe scomparire.

Siete un partito di sinistra e fate parte di un governo di centro – destra. Non c’è una contraddizione nelle politiche?

Dopo le elezioni ad ottobre di quest’anno, è emerso che il 90% delle priorità della maggior parte dei partiti rappresentati nel Parlamento coincidono. Sono i maggiori problemi attuali in Bulgaria: l’economia, l’energia, l’istruzione, la sanità, il sistema giudiziario, la polizia, la fiducia e la stabilità delle istituzioni. Il nostro rappresentante nel governo Borissov è Ivaylo Kalfin, lui è vicepremier responsabile della politica demografica e sociale e ministro del lavoro e delle politiche sociali. Dal 2005 al 2009 è stato ministro degli esteri nel governo Stanishev e dopo è divenuto uno dei europarlamentari bulgari più emblematici. Una delle differenze tra ABV, GERB e il Blocco riformista è nell’ambito dell’ordinamento tributario per le persone fisiche. Noi vogliamo introdurre il quoziente familiare, secondo il quale la tassa si forma anche in base al numero dei membri della famiglia. I nostri partner al governo però hanno voluto mantenere la tassa piatta anche per le persone fisiche. La nostra idea era che essa rimanesse solo per le persone giuridiche. Abbiamo diverse vedute anche nell’ambito dell’energia, siamo assolutamente per lo sviluppo dell’energia atomica e vogliamo continuare la costruzione della centrale atomica “Belene” dove fino a questo momento sono stati investiti molti soldi, ma GERB e il Blocco riformista sono contrati. Ci siamo concordati di elaborare un’analisi economica approfondita dei profitti e delle spese nella costruzione di una tale centrale.

Durante l’apertura della sessione invernale del parlamento, Lei ha dichiarato che nel lavoro congiunto, tra i membri della coalizione al governo e i partiti che l’appoggiano, sono sorti dei casi che dimostrano un modo di prendere le decisioni poco adeguato.

Si trattava del cambiamento riguardo i fondi di pensione e il diritto dei cittadini di scegliere in quale fondo mandare i propri contributi aggiuntivi per la pensione, se in un fondo privato o nell’INPS. Eravamo d’accordo di fare una riforma integrale nel sistema pensionistico, e le consultazioni e la preparazione di questo sono in corso fino al 31 marzo. Perciò dal punto di vista governativo, a nostro avviso, questo passo è stato sbagliato perché l’adozione affrettata di tali cambiamenti avrebbe potuto ostacolare l’intera riforma. Le reazioni politiche e sociali che si sono conseguite, hanno dimostrato che questa decisione avrebbe comportato dei cambiamenti.

Molti italiani, sia imprenditori che pensionati, sono interessati alla Bulgaria per il buono standard di vita e per i prezzi bassi. Lei come valuta questo?

Un pensionato italiano in Bulgaria, indipendentemente se viene in vacanza o a viverci, aumenterà il suo standard di vita due - tre volte. Avrà maggiori possibilità per avere una casa o prenderne in affitto, nel comprare i generi alimentari e nell’usufruire dei servizi. Anche le villeggiature, le vacanze e gli alberghi costano meno. Questo è noto a tutti i pensionati dai paesi occidentali che in massa vengono a visitare la Bulgaria. Per esempio, un pensionato italiano in Bulgaria potrebbe permettersi una tale vita che in Italia per lui sarebbe impensabile.

Gli italiani e gli stranieri, in genere chiedono più sicurezza, uno Stato più ordinato, dove non corri il rischio di rubarti la macchina o di scoprire che sei rimasto senza telefono fisso perché qualcuno ha tolto i cavi nel paese. Che cosa risponderebbe loro?

I bulgari vogliono lo stesso, per questo le prime leggi che sta esaminando il parlamento sono la legge per il ministero degli interni e la riforma del sistema giudiziario. Lo scopo è diminuire drasticamente la criminalità predatoria, siccome è impossibile eliminarla del tutto, e anche i disordini nello Stato che irritano sia i bulgari che gli stranieri. Non si tratta più di una lotta alla criminalità ma della prevenzione alla nascita della criminalità. Per questo sono necessarie anche delle misure sociali, perché una parte dei ladri non ruberebbe più, se avesse del lavoro e dei soldi. Hanno ragione a preoccuparsi gli italiani. Anche i bulgari si preoccupano, soprattutto nei piccoli paesi, dove sono rimasti pochi anziani incapaci a difendersi dagli attacchi dei rappresentanti della comunità dei rom.

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