Perchè tеmi di perdere il ricordo delle sensazioni che ti ha trasmesso la persona che hai intervistato. Se dovessi usare soltanto una parola per descrivere il personaggio userei “entusiasta”, ma ovviamente non sarebbe sufficiente. Perchè il personaggio è poliedrico e anche soltanto un’ora di colloquio è sufficiente per mostrarti caratteristiche inusuali, soprattutto in una persona che riveste un ruolo istituzionale importante e delicato.
Entrati in Ambasciata veniamo fatti accomodare in una sala riunioni attigua all’ingresso dove tra raccolte di leggi polverose, di trattati diplomatici, enciclopedia e foto d’epoca campeggia un imponente quadro/installazione che raffigura la sede dell’Ambasciata.
Resti un po’ sorpreso da questa presenza e dopo, durante il colloquio, scopri che è un’opera realizzata dai bambini delle scuole elementari di Gorna Bania con la guida dеl pittore Yahnadjiev.Nel percorso verso lo studio dell’Ambasciatore fai appena in tempo a percepire la presenza sulle pareti di una serie di quadri vivaci e colorati. Solo dopo l’intervista, mentre ci accompagna verso l’uscita, ci racconta e ci spiega che la gran parte dei quadri sono stati fatti dai bambini di Gorna Bania, proprio nel giardino dell’Ambasciata, in una giornata dedicata a loro, e gli altri sono riproduzioni di installazioni di Guido Bonacci, geniale artista di cui la residenza ha ospitato a dicembre una splendida e rara mostra, opere dello stesso Jahnadjiev e di altri artisti.
La prima domanda è sulla sua esperienza professionale.
“ Il bilancio della mia esperienza qui a Sofia è molto positivo. Ho potuto godere di una grande libertà per far conoscere di più e meglio il nostro paese, non da solo ma grazie alla collaborazione di tutte le componenti del sistema Italia, pubbliche e private, sopratutto ICE e Istituto Italiano di Cultura, la cui esistenza fa la differenza rispetto ad altre sedi di pari dimensione dove non c’è... Ho avuto la fortuna di vivere un periodo ricco di appuntamenti importanti e qualche vota straordinari: la visita del Papa che per me ha avuto un grande significato personale oltre che professionale; il 140esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Bulgaria e Italia, che noi abbiamo voluto caratterizzare come un lungo rapporto di amicizia, la presidenza bulgara dell’Unione Europea nel primo semestre 2018 e da ultimo la visita pochi giorni fa del Presidente Conte, importante perchè la prima bilaterale dopo dieci anni”.
Come valuta la collocazione della Bulgaria nel contesto europeo?
“In questi anni ho registrato l’influenza della Bulgaria nella regione sempre in crescita. Nonostante sia un paese di dimensione e popolazione relativamente piccoli, ha saputo interpretare molto bene il suo ruolo e si è affermata come uno snodo estremamente rilevante nelle relazioni tra i paesi vicini. Se qualcosa si ricorderà tra 50 anni sarà la firma del trattato di amicizia con la Macedonia del Nord, come modello di risoluzione di situazioni con una forte volontà di composizione. Il suo essere porta tra Oriente ed Est ed Occidente costituisce per la Bulgaria insieme un’opportunità e una difficoltà, che vengono vissute con grande responsabilità. Ha sempre riaffermato coerentemente la sua vocazione atlantista ed europeista ma senza chiusure. Da questo punto di vista deve considerare tre principali fattori di condizionamento: la sua storia, che non si cancella, la composizione demografica della sua popolazione e le pressioni esterne, anche di paesi confinanti che hanno un grande peso nello scenario politico internazionale.
Su questo argomento ci fermiamo a questo punto, evitando all’Ambasciatore l’imbarazzo di domande che metterebbero alla prova le sue doti di risposta diplomatica e gli chiediamo dei rapporti tra Bulgaria e Italia.
“prescindendo dalla posizione nella classifica dei rapporti, seconda o terza dipende dai momenti e dall’andamento di alcuni settori, indubbiamente in Bulgaria esiste una presenza consolidata dell’imprenditoria italiana che chiede solo un rafforzamento di alcune condizioni di operatività. Al di là della stabilità, che è garantita dal contesto internazionale, le problematiche principali sono quelle attinenti la tutela degli investimenti, quelle della forza lavoro e dell’accompagnamento del processo di riforma in atto in alcuni settori importanti, come quello bancario, che sono in via di evoluzione e di adeguamento agli standard europei.”
Lei pensa che in Bulgaria ci sia ancora spazio per la micro e piccola impresa che in Italia fatica tanto a sopravvivere?
“Si, non tanto per la micro, cioè per l’impresa individuale - molto polverizzata ed articolata, bisognerebbe esaminare meglio nel dettaglio le situazioni – ma per la piccola impresa, che ha già un minimo di struttura, io penso non solo che che ci sia spazio ma che questo sarà in futuro l’ambito nel quale si potrà sviluppare la presenza imprenditoriale italiana. La presenza diffusa della piccola impresa, del resto, è uno degli elementi di somiglianza tra il nostro sistema economico e quello bulgaro, che non è fondato sulla grande impresa. Certamente, secondo me, per l’Italia questo è un vantaggio, anche se io ripeto sempre che non tutto è facile e che non si può affrontare la situazione soltanto con l’entusiasmo, ma occorrono preparazione e serietà”
Cosa porterà nella sua valigia quando andrà via da questo paese?
“certamente tantissime conoscenze, sensazioni ed emozioni che non si possono cancellare e il senso di un arricchimento personale e professionale che in questi anni c’è stato”.
Lei ha avuto una grande attenzione agli aspetti dei rapporti culturali e della valorizzazione della cultura italiana...
“Si. L’ho fatto per due motivi, ambedue importanti: il primo è che qui mi considero il principale responsabile della promozione del brand Italia; per farlo devo utilizzare gli strumenti che più aiutano e non c’è niente di piu positivo della cultura italiana. Il secondo è che mi piace molto, e quindi lo faccio molto volentieri e, se posso dirlo, unire l’utile al dilettevole per me è la migliore cosa”.
Le locandine delle multiformi iniziative presenti nella parete del suo studio (vedi foto) sono un bel compendio del grande lavoro sviluppato, ma ad esse si aggiungono la pubblicazione Cultura in Residenza e il prezioso catalogo sulla mostra di Guido Bonacci e l’imponente raccolta (un mattone di 900 pagine) di documenti diplomatici sulle relazioni tra Bulgaria e Italia da lui curate personalmente.
Qui finisce l’intervista ma nell’accompagnarci all’uscita, illustrandoci le caratteristiche delle opere raccolte nei corridoi, si rivela la sua natura più profonda di uomo di cultura ed una inusuale sensibilità ai rapporti con alcune aree del contesto locale come i bambini e l’arte. Purtroppo nel salutarci emerge un aspetto del nostro ospite che ne offusca un po’ l’immagine rivelando che anche il nostro Ambasciatore, come tutti noi, non è perfetto: NON BEVE VINO !