Domenica, 08 Settembre 2024

Radan Kanev Presidente del gruppo Blocco Riformista

Lo scacchiere politico bulgaro è abbastanza complicato, come quello italiano e tutte le altre realtà politiche nel mondo. Per orientarsi bisogna avere delle indicazioni. Per questo la redazione di “Bulgaria OGGI” vorrebbe offrire ai suoi lettori una serie di interviste a rappresentanti degli otto partiti politici entrati nell’unicamerale Parlamento bulgaro dopo le elezioni legislative svoltesi il 5 ottobre di quest’anno.

Ricordiamo i risultati: GERB, centrodestra – 32,7% e 83 seggi, BSP, socialisti -15,4% e 39 seggi, DPS, partito della minoranza turca – 14,8% e 36 seggi, Blocco Riformista, destra -8,9% e 23 seggi, Fronte Patriottico, nazionalisti – 7,3% e 19 seggi, Bulgaria senza censura, centro, 5,7% - 14 seggi, Ataka, nazionalisti, 4,2% -11 seggi e ABV, sinistra, 4,2% - 11 seggi.

Dopo lunghe e travagliate consultazioni, il 7 novembre il Parlamento ha approvato il nuovo governo del leader di GERB Boyko Borissov composto da GERB e dal Blocco Riformista con un vicepremier da ABV e l’appoggio del Fronte Patriottico.

La prima intervista che Vi proponiamo è al presidente del gruppo parlamentare del Blocco Riformista, Radan Kanev.

Iniziamo con una breve presentazione del Blocco Riformista. Che tipo di formazione è, di che orientamento, quando è nata?

Il Blocco Riformista è una coalizione dei principali partiti di destra, i resti della vecchia destra rimasti dopo le varie scissioni che insieme alle legislative nel 2013 non sono riuscite a superare lo sbarramento del 4%. Ciascuna delle cinque formazioni ha ricevuto tra l’1% e il 3%. Dall’estate del 2013 con l’inizio delle massicce proteste contro i legami della mafia con il potere, questo processo di consolidamento si è sviluppato moltissimo. Era più che necessario dopo la sconfitta alle elezioni. A noi si sono aggiunti una buona parte dei cittadini con convinzioni di destra che non erano impegnati politicamente. Loro hanno creato il Consiglio dei cittadini. In questo modo dall’inizio siamo una coalizione politica alla quale partecipano molte persone che non sono membri di nessuno dei partiti. Anche gran parte dei nostri parlamentari non sono membri dei partiti nella coalizione. E’ uno dei marchi riservati del Blocco. L’altra cosa è la nostra manifestata ambizione di andare con una certa velocità verso un congresso di unificazione. Di essere non soltanto una coalizione che supera lo sbarramento alle elezioni ma di trasformarci in un forte partito di destra.

Questo desiderio di trasformarsi in un unico partito è presente in tutte le formazioni della coalizione?

Tutti lo desiderano ma sono a diversi livelli di prontezza. Direi molto diversi.

Il Blocco Riformista è il principale partner di coalizione del primo partito in Bulgaria in questo momento GERB. Siete andati al potere in un periodo difficile per la Bulgaria ma anche per l’intera Europa, quali sono i vostri scopi principali?

Stiamo lavorando per una riforma essenziale in due direzioni: la prima- delle istituzioni e l’altra legata agli ambiti che infliggono sulla qualità di vita dei cittadini. Cioè il primo focus è sulla magistratura e sull’amministrazione e l’altro è sulla sanità e l’istruzione. In effetti, in questo governo, in pratica noi controlliamo tutti i ministeri, rilevanti per il nostro programma per le elezioni: il Ministero della Giustizia, il Ministero dell’Istruzione, della Sanità, dell’Economia come anche la Difesa e gli Esteri.

Sta parlando di riforme, in quali ambiti pensate di farle?

Senza dubbio la più importante è la riforma della magistratura. Essa sta alla base della possibilità della Bulgaria di migliorare la sua situazione economica e di risolvere i problemi amministrativi. Le altre due riforme che vorremmo continuare, perché i politici amano ripetere che iniziano dal nulla ma questo non è vero, sono le riforme nella sanità e nell’istruzione. Nella sanità vorremmo introdurre il dossier elettronico di ogni cittadino, una carta elettronica della salute. Poi il secondo passo è riformare e introdurre nuovi modelli nel Pronto soccorso perché in Bulgaria esso si trova in una situazione disastrosa. Nel suo presente aspetto il servizio di Emergenza sanitaria è categoricamente rifiutato sia dai medici e dai dipendenti sia dai pazienti. Nell’istruzione punteremo in riforme dell’istruzione scolastica. Vogliamo maggiore autonomia per i consigli d’Istituto e per i dirigenti scolastici nel definire e nell’orientamento del programma didattico. Nella magistratura dobbiamo eliminare l’influenza politica sui magistrati e nel futuro dividere il Consiglio superiore della magistratura in due parti indipendenti, ma questo richiederà un cambio nella Costituzione.

In un’intervista recente ritiene che qualcosa nell’economia bulgara si sta muovendo…

Credo si tratti di un aspetto psicologico, dopo due anni di caos, il fatto che ci sia un governo che garantisce stabilità, sta liberando l’iniziativa sia degli individui che delle aziende e sta aumentando anche i consumi. Proprio la crisi dei consumi è uno degli elementi principali della crisi economica in Bulgaria. E io sono sicuro che veramente abbiamo un certo progresso.

Qual è il suo parere riguardo la politica economica dell’Ue in questo momento, e il limite del deficit pubblico entro il 3%?

La Bulgaria è uno dei Paesi che adempiono sempre la regola del deficit anche se quest’anno per il fallimento della Corporate bank supereremo il deficit. Il Blocco Riformista, ma anche la maggior parte dei partiti politici nel parlamento appoggiano le misure severe, anche più severe di quelle che impone l’Ue. Nostro scopo importante è entrare nella zona euro che esige un adempimento delle regole finanziarie europee. Per questo non possiamo contestarle.

Molti italiani, sia imprenditori che pensionati, sono interessati alla Bulgaria per il buono standard di vita e per i prezzi bassi. Lei come valuta questo?

Nel periodo dal 2004 al 2008 c’era un simile fenomeno con una grande ondata di inglesi. Purtroppo loro sono rimasti fortemente delusi dai livelli di sicurezza individuale e dai livelli dei servizi sociali in Bulgaria. Perciò affinchè la Bulgaria diventi un Paese attraente sia per affari che per insediarsi, prima dobbiamo risolvere i problemi che abbiamo con la supremazia della legge. Certamente gli italiani sono diversi dagli inglesi come mentalità e società. Forse per gli italiani sarà più facile abituarsi a un certo caos nell’amministrazione, nella polizia e nella magistratura. Ma la Bulgaria ha ancora tanta strada da fare, affinchè questo entusiasmo iniziale si trasformi in una tendenza stabile e utile sia per gli italiani che per i bulgari.

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